Un’opportunità concreta per le agenzie di viaggio italiane

Il tema dei nomadi digitali è passato da semplice tendenza a realtà concreta anche per l’Italia.
Con l’introduzione del visto dedicato, il nostro Paese ha aperto le porte a professionisti stranieri che lavorano da remoto e scelgono di stabilirsi qui per lunghi periodi, senza dover rinunciare alla loro attività.

Questa misura sta già producendo effetti visibili: sempre più lavoratori da remoto scelgono borghi, città d’arte o località di mare e montagna come base per vivere e lavorare, spesso per intere stagioni.

Per le agenzie di viaggio italiane, questo scenario rappresenta un’opportunità concreta: intercettare una clientela nuova, più stabile, con esigenze diverse rispetto al turismo tradizionale, ma anche con un maggiore potenziale in termini di servizi richiesti, esperienze su misura e supporto locale.

Un’evoluzione che si inserisce perfettamente nel percorso già tracciato da fenomeni come il bleisure e il workation, di cui abbiamo parlato anche in un nostro recente approfondimento su come sta cambiando il viaggio di lavoro.

Vediamo cosa prevede questo visto e come trasformarlo in una nuova leva commerciale.

Cos’è il visto per nomadi digitali?

Il visto per nomadi digitali è stato istituito con il Decreto Interministeriale del 29 marzo 2024, in applicazione di quanto previsto dal Decreto Legge 4/2022. È rivolto a cittadini extra-UE che lavorano da remoto, come:

  • liberi professionisti con partita IVA estera

  • dipendenti di aziende non italiane

  • collaboratori digitali di piattaforme internazionali

Requisiti principali:

  • esperienza di almeno 6 mesi nel lavoro da remoto

  • reddito annuo minimo di circa 28.000 euro (3 volte il minimo per l’esenzione sanitaria)

  • polizza sanitaria, alloggio e documentazione che attesti il lavoro a distanza

  • nessuna necessità di offerta di lavoro italiana

  • durata: 12 mesi, rinnovabile

A questo si aggiunge la possibilità, per il richiedente, di portare con sé familiari, previa verifica dei requisiti.

La domanda può essere presentata direttamente al consolato italiano del Paese di residenza e non rientra nelle quote del Decreto Flussi.

un nomade digitale che lavora con il portatile sopra la valigia

Perché riguarda da vicino le agenzie di viaggio italiane?

A differenza del turista classico, il nomade digitale:

  • soggiorna in Italia per diversi mesi, non pochi giorni

  • cerca esperienze autentiche e servizi integrati (trasporti, escursioni, eventi locali)

  • ha esigenze complementari a quelle turistiche: spazi di lavoro, logistica, assistenza

  • è spesso un professionista con reddito medio-alto

In pratica, si tratta di un cliente con esigenze trasversali che difficilmente può trovare risposte su una piattaforma online standard.

Ecco perché un’agenzia di viaggio può diventare il suo punto di riferimento locale: per organizzare soggiorni di lungo periodo, esperienze su misura, servizi accessori e supporto logistico.

Un’agenzia che si propone come “local partner” può non solo intercettare questi nuovi arrivi, ma anche costruire un’offerta scalabile: dalla prima accoglienza alla proposta di itinerari culturali e naturalistici, dalla gestione degli spostamenti interni al supporto linguistico e burocratico.

Come abbiamo già evidenziato nel nostro approfondimento su Dal Bleisure al Workation e oltre, i confini tra viaggio di lavoro e tempo libero sono sempre più sfumati. Il visto per nomadi digitali è un ulteriore passo in questa direzione.

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Come cogliere l’opportunità

Alcune agenzie si stanno già muovendo in questa direzione, soprattutto nelle aree dove la qualità della vita e il basso costo degli affitti sono un fattore attrattivo (Puglia, Sicilia, Umbria, entroterra ligure).

Ecco alcune azioni concrete da valutare:

  • Creare un pacchetto “Work & Stay”: soggiorni mensili, trasferimenti e coworking 

  • Collegarsi a reti locali: B&B, affittacamere e spazi di lavoro condivisi

  • Tradurre l’offerta in inglese e promuoverla su canali adatti (LinkedIn, portali expat, forum)

  • Offrire assistenza personalizzata via email o WhatsApp, anche in lingua

  • Usare strumenti digitali per automatizzare preventivi, prenotazioni e follow-up

Per gestire al meglio questo nuovo tipo di clientela, l’automazione del marketing e la personalizzazione dell’esperienza giocano un ruolo chiave. Ne abbiamo parlato in dettaglio qui.

Per esempio, una funzione utile già disponibile in molti gestionali come ATLANTE Plus è la preventivazione multi-servizio: in un’unica pratica puoi combinare soggiorni, transfer, esperienze e servizi su misura.

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Conclusione

Il visto per nomadi digitali è più di una novità normativa: è un segnale concreto che il mondo del lavoro e del turismo stanno cambiando. Le agenzie che sapranno leggere questa evoluzione con lungimiranza e adattare i propri strumenti e servizi potranno intercettare una clientela nuova, qualificata e in cerca di soluzioni locali affidabili.

I nomadi digitali cercano esperienze autentiche, mete alternative e un contatto più profondo con il territorio. Tutti elementi che rientrano tra i 5 trend del turismo 2025 da tenere d’occhio. 

Non si tratta di stravolgere il proprio modello, ma di aprirlo a nuove formule, nuovi pubblici, nuove collaborazioni. E questo, oggi, è già un bel vantaggio competitivo.

Se vuoi approfondire come integrare offerte dedicate, automazione e strategie per questo nuovo pubblico, puoi leggere anche:

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